2Cellos – (2016)
Mai sentito parlare degli Apocalyptica? No? Molto male!
Correva l’anno 1996 e nei negozi di dischi- che c’erano ancora i negozi di dischi!- faceva capolino “Plays Metallica by Four Cellos”. Fu non dico una folgorazione ma… sì, fu una folgorazione.
4 ragazzini finlandesi che riproponevano parte del campionario della band di Lars Ulrich con il violoncello. E lo facevano decisamente bene! Portando il concetto siderurgico su un diverso livello. Diciamo una delle componenti che ha contribuito ad evolvere il metal sinfonico e farlo diventare quello che è oggi.
Direte: bella forza a fare musica degli altri! Che anche se la riproponi sotto vesti diverse sempre musica degli altri rimane. Vero. Però gli Apocalyptica avevano avuto un’idea, l’avevano espressa in maniera decisamente interessante e poi erano cresciuti, si erano evoluti fino a pubblicare “Cult”, primo loro album fatto (quasi) interamente di composizioni autografe.
Stop. Cambio di scenario.
Tempo fa un personaggio piuttosto facile a entusiasmi musicali mi mise in mano un disco: “Celloverse” dei 2Cellos. E mi disse che si trattava di un’idea poco meno che rivoluzionaria.Ora, già la cover del disco sembrava un tantinello sospetta. La track list palesava la realtà per quello che era: vuoi vedere che questi due hanno copiato pari pari il metodo Apocalyptica?
Ebbene sì. Tempo di far partire il disco e la rivoluzione decantata dal mio interlocutore diventava in un attimo puro e semplice ricordo di un’esperienza già vissuta. Certo, la coppia formata da Luka Sulic e Stjepan Hauser modifica un po’ il canovaccio proposto vent’anni prima dal combo finnico allargando le suggestioni musicali a qualcosa che non sia solo metal e a qualcosa che non sia solo Metallica. O AC/DC, visto che il primo successo targato 2Cellos sembra porti la firma dei fratelli Young.
Dopo di ché, questo è quanto. Né più, né meno. Canzoni altrui, idee altrui. E un risultato finale che manca anche di gusto visto il continuo rimbalzare da brani classici a hard rock, da colonne sonore a canzoni pop senza uno stile definito che possa guidare l’ascolto.
Non me ne vogliano i seguaci della coppia balcanica: so per certo che dal vivo sanno mettere su uno spettacolo adrenalinico e coinvolgente. Solo mi chiedo che senso abbia un lavoro come “Celloverse”, puro succedaneo di qualcos’altro fatto prima e fatto meglio. Ossia, che differenza c’è tra quello che fanno i 2Cellos e una qualsiasi cover band?Poi, magari, il progetto si evolverà e porterà i suoi frutti come già successo ai 4 violoncellisti finlandesi ma per ora a me sembra che tutto questo sia nulla più che uno scaltro furtarello di concetti ed idee artistiche. Insomma, più che una rivoluzione, una ristrutturazione. Scricchiolante!
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