Freedom Call – (2016)
Mamma i Freedom Call.
Mai una band è riuscita a farmi godere e incazzare contemporaneamente come i quattro tedeschi!
Da una parte portano avanti nel tempo un vessillo storico e venerabile come il power metal teutonico, facendosi amare per la loro protervia e per l’insistenza con cui non si spostano di un millimetro dalla tradizione power. Dall’altra cavalcano clichè talmente ingenui da apparire persino divertenti, quando non ridicoli.
Voglio dire: date un’occhiata alla cover del disco! Oppure fate partire l’anthemica “Metal Is for Everyone”, primo brano del full length. Sembra ovvio che tutto- ma proprio tutto!- richiami un’iconografia, scenica e musicale, che si perde nei meandri degli anni’80 sotto la guida di Helloween e compagnia powerofila. Il ché tradotto significa: creatività prossima allo zero ma anche grande divertimento e una carica di energia che difficilmente si può ignorare.
E quindi via con canzoni dall’impatto immediato ed eroico come “Hammer of the Gods”, una canzone che avrò già sentito una marea di volte in mille altri album di altrettante band ma che non ha alcuna voglia di mollare la presa e arrendersi alla banalità della sua struttura. Lo stesso dicasi per “A World Beyond” e “Kings Rise and Fall”, tutti brani che traggono ispirazione dalla nobiltà power, non necessariamente purosangue teutonica- ci sono evidenti profumi di Angra nell’aria- ma dalla convinta impronta tradizionalista.
E invece no. Come tradizione impone, oltre che nell’iconografia e tutto quanto scritto sopra, anche nelle pieghe della track list Chris Bay e compagni riescono a infilare dei dettagli che non so neanche se fanno più girare i due minuti oppure sorridere per l’evidente imbranataggine- sì, non esiste questo termine, ma secondo me rende bene l’idea per cui lo uso in barba alla Treccani, che tanto di neologismi o invenzioni interpretative di certo non si fa mancare niente!- con la quale vengono inserite nel contesto.
Volete un esempio? Ma sì, dai… tanto è una robetta da poco… Mettete su la title track e portatela al minuto 2.37. Vabbè anche qualche secondo prima che se no perdete la linea tematica. Comunque, in quel preciso momento, quasi d’incanto ecco spuntare i Metallica.
Ecco, quello che mi sono risposto, più sulla scorta delle mie precedenti esperienze con i Freedom Call che per un pensiero ponderato sull’immediato, è: ovviamente no! E forse è proprio questo fattore che con il tempo mi ha convinto ad amare un gruppo con il quale i primi rapporti- leggete le critiche a “Crystal Empire” per farvi un’idea!- non sono stati esattamente facili.
Insomma, una volta in più i Freedom Call sono risusciti a farmi ricordare perché allo stesso momento riescano a farsi amare e a farmi incazzare. O forse li amo proprio perché mi fanno incazzare? Chissà…
Voto:6
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