2025-06-18

Ecco

 


Jennifer Glatzhofer – (2025)


Breve premessa: questo post è a fortissimo rischio dispersività. Se capita, avvisatemi che sto deragliando che qua le cose da dire sono tante e poco ma sicuro che mi perderò.

Che poi le cose da dire riguardino tutto tranne che il disco in questione, questa è un’altra storia.

Però ci arriviamo, tranquilli. Al disco intendo.

Ok, da dove partiamo? Da lei: Jennifer Glatzhofer. Sapete come faccio a sapere che esiste? Perchè ha un canale Youtube di music reactions. Si tratta di un ambito che seguo abbastanza perché porta un sacco di spunti interessanti alle analisi musicali. Su tutti vi consiglio i canali Sir Hairless, The Vocalyst, Phil Zero, Cardavox Academy, Chase Cameson e Julia Nilon. Ok, ce ne sono altri molto carini ma questi sono secondo me quelli più interessanti al momento. Assieme a quello di Jennifer Glatzhofer, ovviamente. Che di mestiere, se non ho capito male fa la cantante. O almeno vorrebbe farlo. No, non nel senso che non ne sia capace, solo stiamo parlando di un debutto discografico, magari parlare di carriera è ancora un po’ prestino.

Tra l’altro… debutto un fico secco visto che la cantante britannica ha già prestato la sua voce a “Layers”, album del 2022 firmato in realtà Ian & Jen. Lei è Jen, se non si fosse capito. Comunque si tratta di un disco fatto esclusivamente di cover, un attimino imbarazzante nella sua resa estetica anche se merita dei complimenti per la scelta dei brani, quasi nessuno di primo piano ma tutti momenti molto belli del passato più o meno recente della musica mondiale. Ok, sì sto divagando. Veniamo a “Ecco”, che già il titolo promette bene!

Avete presente quando da bambini si veniva inclusi in qualche laboratorio? Di musica o teatro o altro, non conta più di tanto. Perchè si diceva che c’era del talento: dai che sei bravo/a, dai che sei portato/a, etc. E poi ci si trovava a dover mettere sul palco quanto imparato. Imparato bene, seguendo tutte le direttive, gli insegnamenti, le regole del “mestiere”, solo che poi, alla fine, il tutto risultava come un compitino preparato con cura ma freddo, distaccato, attento più alla forma e alle regole di cui sopra piuttosto che alla passione, a mettere qualcosa di sé stesso in quello che si fa. “Ecco”, magari non in maniera così spasmodica, dà abbastanza queste sensazioni.

Non me ne voglia Jennifer Glatzhofer, se mai leggerà queste righe. Anche perché il disco in sé è carino e si ascolta volentieri. Porta musiche un attimino fuori tempo massimo, andando a recuperare stili e metodi che ricordano molto più gli ultimi decenni del secolo scorso piuttosto che qualcosa di più attuale, ma non si può certo dire che sia una scelta sbagliata a priori. E’ il modo un po’ impersonale in cui tutto questo viene tradotto in musica a lasciare le emozioni in un cassetto per fare spazio alla pura didattica.

Prendiamo ad esempio l’opener, “Voice of My Own”: belle le dinamiche rock, profumate di funk a livello ritmico e di cori in odore di gospel quanto basta per dare coloriture brunastre al sound, però l’inserto di sei corde sembra un po’ pretestuoso e i cantati si ritrovano spesso buttati in pasto all’ascolto senza le dovute cautele. Lo stesso più o meno vale per “No, I”, con l’unica differenza di un approccio corale più disco, e per la leggerina “Moment With You”, decisamente ottantiana nelle sue scelte armoniche.

Dove funziona un po’ meglio il metodo scelto dalla cantautrice inglese? Ovviamente nei momenti un po’ meno studiati, quando viene permesso al carattere dei vocals di farsi strada nel sentimento e portare linfa poetica a testi belli morbidini ma non proprio ficcanti. Mi riferisco alla profumata “Sweet Summer Air” e alla rovente “Love Found Me”, resa forse un po’ sterile da cori sdolcinati ma forte di un carattere deciso e permeante.

Alla fine delle 9 tracce che compongono questo album di debutto a firma Jennifer Glatzhofer l’idea presente con più forza è la seguente: basta musiche felpate e anonime, lascia stare la tecnica, dimentica la parte didattica del canto, prendi quel cacchio di microfono e lasciati andare!

La passione c’è e si sente, solo che restando chiusa nel recinto delle regole, non ha altre possibilità se non galleggiare al limite della mediocrità. E, d’altra parte, penso si possa fare meglio sia a livello di strumentazione che di produzione, anche solo permettendo agli strumenti di essere sé stessi e non dei semplici accompagnamenti soffocati da una brasatura eccessiva.

Detto altrimenti, in “Ecco” non manca l’idea quanto la capacità di farla diventare arte. E un po’ di quella cazzimma che riesca a far dire a chi ascolta una canzone: questa è Jennifer Glatzhofer!

Voto:5


P.S.: Jennifer o amici suoi o seguaci del suo canale, se avete letto quanto scritto sappiate che ho enorme stima del lavoro che sta facendo la nostra protagonista, soprattutto sul web. Io sono solo un appassionato di musica che cerca di tradurre in parole quello che mi arriva mentre ascolto un disco. Non odiatemi per questo. Per favore.

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